sabato 20 settembre 2014

Tre ritorni e una scoperta: il Settembre musicale Made in Spain

Mese di uscite discografiche, Settembre. Lo compongono singoli finalmente non forzati al frivolo; new hit ovunque sintonizzi; antipasti di album da comprare a Natale. In Spagna, ad esempio, l'hanno segnato i grandi ritorni. Fito y Fitipaldis, Pablo Alborán e Melendi (più o meno in ordine di gradimento personale) erano senza dubbio tra i più attesi. 

Li ho ascoltati, i loro lavori. E devo dire che non mi hanno entusiasmata. Gradevoli, certo. Ma privi di quell'insondabile quid che trasforma il "carino" in pelle d'oca. Troppo uguali a se stessi. Troppo accomodati in formule consolidate. Ecco, questa é la mia sensazione. Persino Fito pare essersi ridotto ad una copia di tanti suoi successi, nonostante il verso "Lo contrario de vivir es no arriegarse" sia diventato in poco tempo uno tra i più citati sui social. 



Melendi, dal canto suo, sembra stia seguendo una parabola discendente per cui non intravedo possibilità di riscatto. Negli anni, il flamenquillo pop degli esordi é andato via via lasciando il posto a brani di qualità (a mio avviso) sempre meno convincente e testi sempre meno ingegnosi. Perché? Mi vien da chiedermi ogni volta. Ad ogni nuovo disco che inevitabilmente commento con un "sí, bello, ma era meglio quello prima". Sconforto.



La dice lunga il fatto che, tra i tre, quello che mi convince di più sia il nuovo singolo di Pablo Alborán. Che, insomma, gran bel figliuolo finché vuoi (nonché, in quanto malagueño, anche simpatico a prescindere), ma m'é sempre parso un po' una lagna. Comunque "Por fin" é orecchiabile e struggente al punto giusto. E infatti, non a caso, gli ha fatto superare in soli tre giorni il milione di visualizzazioni su youtube. 




Ad ogni modo, se é vero che dai Ritorni mi aspettavo di più, una scoperta interessante c'é stata. Perció, anche se non si tratta di una novità in senso stretto, mi preme condividerla con voi. A raccomandarla, tramite Twitter, proprio il solito Dani Martín. E, nonostante sia ormai un fatto noto che la mia passione musicale nei suoi confronti stia vacillando pericolosamente, i suoi consigli hanno quasi sempre incontrato il mio gusto. Questi qui, poi, mi intrigavano non poco. Voglio dire, dai: un gruppo che si chiama "La Maravillosa Orquestra del Alcohol", un po' di curiosità te la mette a prescindere. Soprattutto se vai a cercarne l'ultimo disco su Spotify e scopri che contiene tutta una serie di brani intitolati "vasos vacíos" (bicchieri vuoti), "Amoxicilina" e simili. Il mio preferito é, senza ombra di dubbio, proprio quel "Quién nos va a salvar?" che all'LP dá il titolo. Una domanda che é tutta una dichiarazione di intenti. L'unica pecca? Farsi abbreviare in M.O.D.A. L'accento, vi prego, non metteteglielo mai. 


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