domenica 17 aprile 2016

Un futuro non troppo lontano.


"Ehi, ma questa novità? Stai benissimo!"

Sussulto. Gli occhi ancora gonfi di un pianto recente, lavato male d'acqua e ombretti d'oro della Kiko. 

Ah, già. Il taglio. Per qualche motivo, l'avevo dimenticato.

Assurdo se penso che l'avevo persino twittata, l'importanza simbolica di cui lo rivestivo. Cambiare fuori per cambiare dentro, quelle cavolate lì. 
Le tre fasi di una metamorfosi che passano per capelli, occhiali e città. 



Che avrei voluto scrivere Paese. Intendere vita. Invece sono andata dalla parrucchiera. Poi dall'ottico. Ma è solo adesso, in uno spogliatoio gravido di sudore adolescenziale, che capisco cosa questo implichi davvero.

Pensa a quanto stavi bene in quei sogni.
Un post it giallo sull'ennesima agenda. Lo scontrino del Pimpi. L'insalata coi pomodori sulla terrazza di un ostello.
Pensa all'ultima volta che hai rifatto la montatura. 

Mi volto. Sorrido. 
Biascico qualcosa di insensato a proposito di uno chignon. Ringrazio meno di quanto vorrei. E, di colpo, basta un pensiero più concreto degli altri a fare dei miei nervi un fascio di energia. 

Succedeva più di due settimane fa. Era stata una giornata strana. Brutta. Ma, ancora una volta, il flamenco l'aveva salvata. C'era un piccolo cane bianco che scondinzolava ai miei piedi, un vestito bellissimo da provare. C'era un "ti stavamo aspettando" detto senza pensarci che mi aveva, più di sempre, fatta sentire a casa. Avevo ballato un po' meglio del solito, quella sera. O almeno così mi era sembrato. Sicuramente ci avevo messo più foga. E quasi avevo pianto, quando mi ero concentrata sul testo del brano.

C'entrava una colomba a cui avevano spezzato le ali.
Ed io, le mie, me le ero sempre strappate da sola.
Era ora di finirla, eccheccavolo. Finirla per davvero.

Perchè non basta dire di volersi trasferire. 
Inserirlo nei propositi per l'anno nuovo. Affermare che niente mi impedirebbe di farlo. No, non basta. Bisogna decidere di farlo per davvero.

Dopo quel Mercoledì, un nuovo documento excel ha fatto la sua comparsa tra i miei file. L'ho intitolato "Life's Goals", perchè mi piace essere un po' teatrale. Dentro ci sono solo tre fogli, in ordine inverso di priorità. Un libro nuovo. Un viaggio in America. E il più importante, quello con più caselle dentro. Quello che, giorno dopo giorno, mi occupa sempre più spazio tra i pensieri: "Trasferimento a Málaga".

Mi sono data una scadenza. Vietato rimandare ancora. Mi sono calendarizzata tutte le faccende pratiche da sbrigare. Mi sono imposta di parlarne solo con tempi verbali che esprimano certezza. Indicativo. Futuro semplice. "Andrò", e non più "se andassi". "Lo faccio" invece che "lo farei".

Non ultimo, ho abbandonato quell'assurdo rituale scaramantico che mi imponeva di non parlarne con nessuno finchè non fosse stato certo. Al contrario, lo sto dicendo a tutti. Perchè, se alla data prefissata non avrò ancora preso quell'aereo, almeno ci sarà qualcuno a rinfacciarmelo. Perchè la sola idea dei "non l'hai fatto", unita all'intento di dimostrare che sono capace di rispettare gli impegni è un incentivo anche più forte della mia volontà. 

Adesso o mai più.
Il futuro su di una finestra vista mare.
Mi ci visualizzo.
Non sento quasi più nemmeno la paura.
Foto: noticias.spainhouses.net 

E sapete che c'è? Non sono mai stata una tipa zen. Una da karma. Da energie dell'universo. Sì, insomma, una che crede alle risposte misteriose che il cosmo darebbe sulla spinta della nostra attitudine. Eppure, forse qualcosa di vero c'è. Perchè, da quando ho aperto quel documento di Excel, mi sembra che le opportunità mi piovano addosso senza nessuno sforzo.

É un po' come essere innamorati. Come aspettare il primo appuntamento con il tipo dei tuoi sogni. Quello che ti sembrava irraggiungibile e che, invece, hai scoperto che ti ricambiava. É lo stesso principio assurdo per cui quando ti senti bene rimorchi di più. É come avere davanti l'equazione per la felicità e capire di colpo come fare a risolverla.

E poi, va bene, non ci saranno Nobel. 
Forse avrò bisogno di altri ombretti per nascondere altri pianti. Forse il primo appuntamento sarà una delusione.

Ma, se solo ci penso, so che è la scelta giusta.
Ed è per questo che, dietro ai miei occhiali nuovi, con il mio taglio di capelli nuovo, quella data, adesso, voglio dirla anche a voi. Perchè il viaggio, per me, è già cominciato quella sera. In quello spogliatoio. 

Settembre 2016 è un futuro non troppo lontano.








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