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sabato 26 gennaio 2013

40 Delusione (ma cos'é cambiato?)


Alla fine l'ho visto, il Galà di Los 40 Principales. O, almeno, ci ho provato. Per essere precisi ho resistito fino alla consegna del premio a miglior rivelazione spagnola del 2012. L'hanno affibbiato agli Auryn: versione iberica degli One Direction, con l'unico valore aggiunto di aver girato un video in un bel posto, che a me ricorda un po' Tarifa. S'erano esibiti soltanto poco prima, precipitandomi in un loop di sconforto da cui non credo di essere ancora del tutto uscita.





Insomma, che diavolo è successo a questi premi? Che diavolo è successo- meglio- a questa radio? Ripenso a quando, non poi tanti anni fa, ne cantavo a squarciagola il motivetto tra le bancarelle allestite in Plaza de La Marina. Non era da molto, che ero arrivata a Málaga. Il gestore di uno degli stand si era messo a ridere. Le mie amiche, altre italiane, si erano comprensibilmente vergognate non poco. Non potevano sapere quanto quel motivetto mi facesse sentire a casa. Io che quella radio l'ascoltavo in streaming ogni volta che cucinavo, o facevo le pulizie. Io che ne ho comprato la rivista ad ogni viaggio in Spagna, fino a che in uno di essi non ho incontrato Dani Martín. Me l'ha fatto scoprire Los 40, del resto, il gruppo della mia vita.

Sul serio. Io l'ho vista, la prima edizione di quei premi. E poi la seconda, e poi la terza. Le ho viste proprio tutte, in realtá. Era uno di quegli eventi che, cascasse il mondo, sentivo di non potermi perdere. Riuniva su di un unico palco tutti i protagonisti della mia colonna sonora. Si respirava atmosfera di festa. Si ascoltavano canzoni che, per la maggior parte, mi piacevano sempre e comunque un bel po'. Ero lí, nel duemilaotto, quando El Canto del Loco vincevano tutti e cinque i premi a cui erano stati nominati. Oltre a loro, in un Palacio de los Deportes gremito, si erano esibiti gli Estopa. Anastacia. Rosario . James Blunt. Tutti (o quasi) cantavano dal vivo.


E' stata in quell'occasione che, nel respiro che percepivi spezzato di un'intera cittá, ho ascoltato per la prima volta Jueves. E, per la prima volta, ci ho pianto sú. Come avrei fatto sempre, da quel momento in poi. A conti fatti, la Oreja de Van Gogh é tra le poche cose che salvo anche di quest'ultima edizione. Anche se la qualitá dell'esibizione tutto era, fuorché alla loro altezza. Poco importa, peró : la niña que llora en tus fiestas emoziona in ricordi di per sé.




Pablo Alborán, ebbene sí, salvo anche lui. Anzi, lui lo riconsidero proprio. Ché la sua musica continua a non convincermi, peró “Te he echado de menos” non é male. Soprattutto, il ragazzo ha talento, oltre ad essere di Málaga e bellino un bel po'. La voce pulita, intonata, perfetta, é un grido di speranza nel disastro generale. Il resto peró...no, per il resto non ce n'é.





Insomma poi me lo chiedo, se forse non sia io ad essere cambiata. Cresciuta, magari. Ché forse é tutto lí. Ma poi rivado indietro con gli anni. La maggior parte delle cose che ascoltavo nel duemilaotto, beh, mi piace ancora. E' solo Los 40 a non piacermi piú. Los 40, che negli ultimi due anni ha abbassato ancora il target sotto ai 15. Los 40 che esagera nei tunz tunz. Nel reggaetón. Nel sottoinsieme piú tamarro della musica dance.

E, allora, com'é ovvio, arriva a premiare David Guetta in una categoria a cui optavano i Coldplay. Si autoesalta per la performance di Cali y el Dandee. Dedica un premio speciale a Pittbul per essere “l'artista e produttore piú influente del mondo latino” A conti fatti, che quel galá non valeva la pena di seguirlo, avrei dovuto capirlo giá da lí.

Che dire? Pazienza. Mi resta pur sempre Cadena 100.


domenica 11 dicembre 2011

Eventi mediatici ...classici.


Un brano dei Negrita mi ha risvegliato in un sol colpo Natale, buonumore e fantasia. Alleluia Alleluià, con l'accento sulla A. Vivere sulle montagne russe del mio umore é un'impresa titanica anche e soprattutto per me. Peró, sul serio, non smetterá mai di sorprendermi il modo in cui quei tizidi Arezzo riescono sempre ad essere opportuni. Ah! E il vago richiamo al titolo di un vecchio film é stato del tutto casuale. Lo giuro.




Comunque, ora che son tornata in me, c'ho un po' da fare. Cose assolutamente utili alla sopravvivenza della specie, beninteso: tipo origami, montaggi video e organizzazione- capodanno. Capirete: troppo a lungo non mi posso trattenere. E' anche vero, peró, che in questi ultimi giorni si sono successi alcuni eventi mediatici di cui, da filoispanica, non posso tacere. Tipo l'ennesimo Clásico, che per l'ennesima volta porta con sé la conclusione irrefutabile per cui Iker Casillas  , esteticamente, si avvicina molto al mio ideale d'uomo. Poi ha pure postato su feisbuc un brano de El Pescao , non si é perso un concerto de El Canto del Loco nella Capitale ed ha fatto suonare DaniMartín ad una sua intervista celebrativa su Cadena Ser. Voglio dire: che carinoooooo! Poi del calcio non me ne frega niente. Anzi, per dirla proprio tutta, il Real Madrid mi é sempre stato tendenzialmente un po' sulle palle. Peró oh, si vede che col buonumore mi si sono risvegliati anche gli ormoni, che vi devo dire?



Tra l'altro, aver accennato ai due cugini (per chi fosse nuovo del blog: ne sentirete molto parlare, per cui é meglio che vi informiate – e rassegnate- da subito) mi permette l'aggancio ad effetto all'altro evento mediatico a cui accennavo. Dicesi: Premios 40 Principales, sorta di personale tradizione natalizia che , dal vivo o al di lá di uno schermo , porto avanti sin dalla prima edizione.

Ché l'altro giorno, davanti all'esaltazione di Tony Aguilar, si sono susseguiti in me ricordi di maratone improvvisate lungo Calle Alcalá; passioni giovanili per Enrique Inglesias; imprecazioni sui consueti divistici ritardi di Shakira (da me oramai soprannominata Trenitalia); senonché -last but not least- constatazioni su nuove possibili utilitá della gonna di Malú nelle pulizie domestiche per donne impegnate.



E in mezzo a tutto questo, ho anche trovato il tempo di incazzarmi un po'. Poi magari é perché son poco obiettiva, intendiamoci. In fondo non nego che mi sarebbe piaciuto vedere il volto emozionato di Mamma Carmen mentre ritirava il premio di un figlio contemporaneamente impegnato a conquistare le Americhe. Che giá solo per la sua umiltá credo ne meritasse uno anche David. Sí, ero di parte, non é affatto un mistero! Peró, accidenti...puó un premio al Miglior Tour essere affidato alla scelta di una giuria? Insomma, é la gente che paga i biglietti, non una dannata giuria. Soprattutto: puó un premio inserito nella “categoria nazionale spagnola” essere vinto da una band messicana? E ancora perché, per la prima volta nella storia, le categorie “Miglior Solista” e “Miglior Gruppo” sono state accorpate – e, com'é ovvio, tarpate – in una sola? Consentitemelo: é solo perché alla fine non le é toccato il trofeo, che tutti sono passati sopra al fatto che Trenital...ehm, Shakira fosse nominata due volte nella stessa categoria.

Dovevo dirlo: di parte o no, a me quest'anno il galá ha deluso. Tra playback malfatti e stonature dal vivo, salvo poche cose oltre alla festa -show di Carlos Jean, la performance del suddetto Pescao e la maglietta di Amaia Montero.