venerdì 13 luglio 2012

Fatti Italo-Spagnoli che reclamano la mia attenzione.


Sul serio, sembra quasi che lo facciano apposta. Una dice che trascurerà un po' il blog, e in Spagna succede letteralmente un finimondo. Ché, d'accordo, San Fermín era in programma. Presumo anche che gli articoli sulle vittime da incornamento li preparino prima. Anzi, probabilmente hanno un modulo prestampato in cui inserire di volta in volta il numero dei morti e quello dei feriti. Sarebbe più comodo, almeno. Ma l'incendio che ha devastato i dintorni di Valencia; la marcia dei minatori incazzati su Madrid; gli scontri con la Polizia che non si negano mai a nessuno; i tagli di Rajoy ; la simpaticissima deputata  che, davanti alle critiche, augura ai suoi elettoriqué se jodan”...ecco, questo è avercela con me. E' reclamare la mia attenzione a suon di danni e capricci, come un bimbo iperattivo con la madre in affari. Sí, insomma, é ricordarmi, come se ce ne fosse bisogno, che magari anche da Total Free Magazine stanno aspettando un articolo mio. Leggera fitta di angoscia e di stress. Mi viene in mente una vecchia amica, ché s'é trovata a fronteggiare una vera e propria epidemia di morti ammazzati nel momento stesso in cui ha iniziato lo stage alla cronaca della Gazzetta di Parma. Son belle cose.

Comunque. Il punto é che non bastavano le prime pagine zeppe di novitá. No. Ci si é messa pure un'epidemia dilagante di italo-spagnolismi che sta letteralmente invadendo tutti i settori. Dalla musica alla politica, passando per cinema e tv. Del tipo che addirittura gli applausi del parlamento iberico di fronte all'annuncio dei suddetti tagli si sono trasformati in un punto di partenza per i paragoni. Ché gli spagnoli non si sono limitati a criticarla, quella profusione di gioia a loro danno. No. L'hanno associata alle lacrime della nostra Fornero. Lodandola. Dicendo che, di fronte a identiche misure drastiche, fa un altro effetto vedere che attuarle intristisce anche te.


Non che io sia del tutto d'accordo, peraltro. Ché il pianto, in un ministro, mi sembra un comportamento esagerato almeno quanto gli applausi. Né, tantomeno, cambia il risultato finale. Ma l'italospagnolismo é questo, a ben vedere: profusione di amore per l'altro. Scambio, confronto, abbracci solidali in situazioni estreme. E, a proposito di scambi, hanno iniziato a trasmettere El Internado su La 5. Era una serie cult, in Spagna. Di quelle che riempivano le riviste con le interviste ai protagonisti. Di quelle che ti offrivano un pretesto di conversazione quando non sapevi che dire. Perché, tanto, era difficile trovare qualcuno che non ne avesse mai vista neanche una puntata. E ora, live from my Erasmus, é in onda su un canale che ho da poco scoperto a target femminile. In versione originale doppiata, proprio come piace a me.

E poi c'é la musica. Ah, la musica. E' proprio in questo campo, a ben vedere, che gli italo-spagnolismi sono piú numerosi.

Ad esempio, c'é Jarabe de Palo. Ormai, da “il Pittbull della Penisola Iberica” sono ufficialmente passata a definirlo “Vip Itañolo dell'anno”. Un titolo di cui essere fieri, oltrettutto, dato che era tutto fuorché facile sottrarlo ai Besitos di Vanessa Incontrada. Beh, lui c'é riuscito. Con il pretesto della presentazione di “Come un Pittore” in versione bilingüe anche sul mercato castigliano, Pau ha iniziato a scrivere su twitter piú o meno come parlo io quando son molto stanca. Vale a dire, con la miscela di allegria perfetta in cui si uniscono italiano e castigliano. Una parola in una lingua, una nell'altra: un'idioma di cui mi dichiaro ogni giorno piú fan. Senza contare che é nel nostro Paese ogni due per tre, oramai. E inonda il web di scatti ed entusiasmo, esternando conseguenze di un effetto molto simile a quello che la Spagna ha su di me.


Foto scattate da Pau - Jarabe de Palo a Torino (da Twitter)


Poi c'é Sergio Dalma, che a quanto ho capito é di stanza a Milano per lavoro. Sta registrando il nuovo album, o qualcosa del genere. Resta il fatto che cena alle dieci, ma alterna le due lingue pure lui.


Foto di Sergio Dalma, "en directo desde Milán" (da Twitter) 




E i Fuel Fandango, che giusto ieri hanno portato la loro fusione di flamenco ed elettronica sul palco di Arezzo Wave. Riportandomi alla mente un vecchio prof di musicologia che, all'epoca in cui mi diede 30 e Lode, quel festival lo organizzava. Chissá se ci sará ancora lui, dietro? Avrei dovuto mantenere i contatti, dannazione. Tra l'altro, trovo la loro Talking a dir poco stupenda.



E poi Dani Martín. Il "mio" Dani Martín. Che guarda, elogiandolo, Nuovo Cinema Paradiso mentre sull'altro canale trasmettono Tre Metri Sopra il Cielo. Che dice di averlo giá visto, Tre metri sopra il cielo. Dani che retwitta strane battute sull'Impero Romano. E, proprio mentre sto pensando che lo sento piú distante, mi dice senza mezze misure che il suo prossimo disco uscirá anche in Italia. Disegnandomi un sorriso ebete che riesce a far sembrare bellissimo anche il diluvio universale che mi si abbatte addosso dal cielo di Udine.


Lo studio casalingo di Dani, dove stanno prendendo vita le canzoni che potremmo ascoltare anche in Italia (da Twitter) 


Oddio, a dirla proprio tutta, finché non vedo non credo. Che El Canto del Loco avevano addirittura una data fissata per suonare all'Hard Rock Café di Roma. Una data che i gestori del locale m'avevano comunicato al telefono, prima che tutto si annullasse per mancanza d'accordi su una macchina organizzativa che avevamo giá acceso in progetti da fans. Dani se l'é anche spesso sentite da chi gli sta accanto, per questa sua tendenza a farsi prendere dall'entusiasmo parlando prima del dovuto. Insomma, un po' come me.

Peró, c'é anche da dire che stavolta alcuni elementi mi fanno ben sperare. Ad esempio:
1. Collabora nel disco Papitwo di Miguel Bosè, che esce anche da noi il 4 Settembre.
2. Tra i due dischi che compongolo il suddetto Papitwo, il duetto con Dani é stato inserito proprio in quello che include tutti i cantanti italiani.
3. Pare abbia recentemente lavorato a Miami con un produttore e compositore di origini italiane.
4. Sony Music Colombia ha aggiunto ai preferiti il suo tweet con sú scritto “en Italia tb”.

Ok, Ok, non si capisce cosa freghi ai colombiani che il disco esca anche da noi ma...voglio dire, un Fav da un dipartimento Sony dovrá pur voler dir qualcosa, no? In realtá anche il fatto che la Sony italiana fosse inclusa nella conversazione e nessuno é intervenuto a dire “cosa diavolo ti stai inventando?” dovrebbe conferire ufficialitá al tutto, no? Staremo a vedere.

Nel frattempo, io del mio libro ho giá raggiunto la metá.



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