mercoledì 2 gennaio 2013

Top Five.


Giuro che poi la smetto, di parlare del duemiladodici. Però ve l'ho detto: sono in ritardo. E un altro dei miei rituali di fine anno, più o meno dacchè ho memoria, è sempre stato quello dei bilanci. Mi piace formularli in forma di classifica, stile Nick Hornby in Alta Fedeltà. Chissà, forse c'é un qualche gruppo di sostegno, per quelli come me. Una cura di disintossicazione, qualcosa. Perchè di certo non sono l'unica. Anzi, sono milioni i siti che, in tutto il globo, si affannano a riassumere una dozzina di mesi nei loro soggettivi “il meglio di”. Per non parlare delle tv. Delle radio. Della carta stampata. Musicalmente parlando, per esempio, ve ne consiglio due. Uno spagnolo e uno italiano, manco a dirlo. Il primo, MyIpop.net, mi trova maggiormente d'accordo nella selezione. Il suo obiettivo era elencare le hit che hanno segnato il 2012 in terra di Cervantes. Tutte, rigorosamente, Made in Spain. Della sua sintesi apprezzo soprattutto le due righe di motivazione aggiunta con cui si correda ogni videoclip, cosa che manca nel rendiconto italico di Rockol. Che però resta Rockol. E, al di là dei gusti, le cose sa farle bene. Oltrettutto – manco a dirlo – si aggiudica un applauso la loro numero uno. 

Le mie Top 5, però, non sono mai soltanto musicali. Cioé, lo sono principalmente. Ma mi piace integrare altre categorie. Le mie Top5, signori, uniscono Italia e Spagna con criteri assolutamente poco obiettivi. Radunano in una breve (ma ponderata!) lista i dischi, i libri, i concerti e le serie tv che più mi hanno saputa emozionare. Alcuni non sono neanche usciti nel 2012. E però è in questo duemiladodici che li ho letti. In questo duemiladodici che li ho ascoltati. Le mie Top5 non parlano d'altro, se non di ciò che in un anno ha aderito alla mia vita, trasformandosi in cornice impossibile da staccare. Aspetto le vostre, se vorrete partecipare.

TOP 5 - DISCHI

  1. Cesare Cremonini- La Teoria dei Colori

    In fondo quello trascorso é stato un po' anche l'anno dei reincontri. Vecchie amiche. Vecchie passioni. Insomma: il primo posto non poteva che essere suo. Del resto, ho girato la Spagna con in mano album suoi da regalare. Carte a pois, confezioni dorate. Fili conduttori, intermediari, discorsi. In Spagna, ad ogni incontro, un ragazzo dagli occhi azzurri mi chiedeva di lui. E “Come si dice 'Al mio gran maestro?!'”. “Al mio gran maestro”. Manco fossi la Incontrada in Zelig. Insomma, I Love you é stata la colonna sonora della mia estate. Il Sole mi é rimasta incollata in testa per tutta la stesura del capitolo di #Odissea sulla Trinachia. Anche il testo un po' ci si presta, in effetti. A parte tutto, credo davvero che “La Teoria dei Colori” sia il miglior album uscito nel 2012.

  2. Il Cile – Siamo Morti a Vent'anni

    La più grande scoperta dei dodici mesi passati. La sorpresa. Il colpo di fulmine che ti fa dire “voglio un suo concerto, ORA .”. Il Cile é uno di quegli autori emergenti che, dopo tanto, riesce a ridarti speranza in merito al futuro della musica nostrana. O , per lo meno, così è successo a me. Insomma, finalmente una voce diversa. Finalmente dei testi che toccano l'anima, al limite tra suono e poesia. Finalmente un po' di vita, al di là dei talent show. “Il nostro duello”, poi, è diventata a tutti gli effetti una delle mie canzoni preferite

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  3. Leiva- Diciembre
    Il miglior disco spagnolo del duemiladodici, senza ombra di dubbio. Almeno per me. Leiva, da solista, ha superato se stesso. E mi ha fatto capire quale, delle due anime cantautorali dei Pereza, io in fondo abbia sempre amato di più. Brani come “Miedo” o “Vis a Vis” sono pelle d'oca garantita.

  4. El Pescao- Ciao Pescao
    Lo dicevano anche quelli di MyIpop.Net: il congedo temporaneo di David Otero dalle scene musicali spagnole é stato uno degli eventi dell'anno passato. Dopo più di due anni di tour, se n'è andato a vivere in Argentina. A cercare ispirazione tra viaggi e distanza. Ma prima, ha regalato ai fan quattro canzoni nuove. Ed è soltanto perchè è un EP che, nella mia classifica, si ferma appena al quarto posto. David continua a migliorare, pezzo dopo pezzo. E se di brani ne avesse sfornati di più, avrebbe potuto di certo aspirare alla vetta. Ché “Ciao Pescao”, se ha una pecca, è quella di durare troppo poco. La migliore, per me, è “Qué no te llamen loco”.
  5. Hombres G – En la Playa.
    D'accordo, è uscito a fine 2011. Io, però, l'ho comprato a Gennaio dell'anno seguente. E, ostinata come sempre, non avevo voluto ascoltare niente prima. Alcune delle canzoni più note degli Hombres G prendono nuova vita e nuovo fascino unite alle voci di alcuni tra i migliori interpreti della scena musicale spagnola. Il risultato dei nuovi arrangiamenti è stato quello di farle riscoprire anche a me. Io che, del resto, ho le mie debolezze. E allora vi propongo (ancora) Te Necesito.


TOP 5- CONCERTI

  1. Concerto privato di Dani Martín nel suo studio di registrazione, 28 Maggio 2012.

    Non credo serva spiegare perchè. Non credo serva dirvi cosa si prova quando un sogno si avvera. So solo che quando la mail di Maria mi ha comunicato che ero una delle dodici fortunate vincitrici, sono corsa in giardino urlando di gioia. Quel giorno non abbiamo potuto filmare. E allora vi propongo Ekix in quest'altra versione previa. Perchè quel giorno l'ho richiesta a Dani, e lui ha fatto abbassare le luci. La mia canzone, nella penombra, eseguita con il solo ausilio di piano e voce... ecco, è stato uno dei momenti più emozionanti dell'anno. In assoluto.


  2. Fin de Gira de El Pescao, 1 Dicembre 2012 , Sala Joy, Madrid.

    Si capiva, che era un concerto epico. David Otero, il suo pubblico, lo salutava così. E c'erano tutti. I fan del Canto del Loco, chiunque abbia vissuto e lavorato al loro fianco negli anni. I parenti. Gli amici. Soprattutto, però, in prima fila c'eravamo noi: le ragazze del fanclub italiano. Piene di coriandoli in testa. Di gioia di vivere. Di sorrisi a quarantotto denti. Sapete che c'è? Io, a quel concerto, mi sono veramente divertita. (Ps: il video é di Lisa)

  3. Dani Martín, Lorca, 12 Maggio 2012.

    Dovendo scegliere un altro concerto di Dani tra quelli visti quest'anno, forse ci si sarebbe aspettato che parlassi del Palau de la Musica di Barcellona. Della sua atmosfera magica. Della mia prima fila. Invece, scelgo quello con l'organizzazione peggiore. Quello in cui volavano sedie di plastica e per poco non svenivo dal calore. Non lo faccio soltanto perchè il ricavato andava in beneficienza alle vittime del terremoto, per quanto sarebbe di per sé un motivo sufficiente. No. Lo faccio perchè è stato liberatorio. Perchè ho urlato ogni singola canzone come se non ci fosse un domani. Perchè è stato il mio ultimo concerto del tour, in una cornice grande. Per i suoi gesti su tutte quelle canzoni. Perchè, ancora una volta, lì ho capito che tutto valeva la pena.

  4. Cesare Cremonini, Pordenone, 6 Novembre 2012.

    Credo non ci sia altro da aggiungere a quanto già detto per “La Teoria dei Colori”. Tranne, forse, che sarebbe stato meglio se il mio primo piano non fosse sui maxischermi ogni due per tre. E' la parte italiana della mia vita in canzoni, del resto. Dopo l'anno dei reincontri, cos'altro dovrei dire? 

  5. Hombres G, Sala Riviera, Madrid, 30 Novembre 2012

    E' sempre emozionante, il primo concerto di una band che non avevi mai visto dal vivo. E magari non conoscevo tutte le canzoni. Magari improvvisavo playback inesistenti mentre David Summers mi fissava. Però, rimane il fatto che sono davvero bravi.

TOP 5- LIBRI

  1. Sophie Kinsella - Ho il tuo numero

    La Kinsella è sempre la Kinsella. Divertente, romantica, avvincente. E per quanto le strutture narrative si ripetano; per quanto le sue protagoniste finiscano per l'assomigliarsi un po' tutte, Non c'è niente da fare: non delude mai.

  2. Jenny Colgan – Appuntamento al Cupcake Café

    E' colpa della Colgan se mi sono fissata coi cupcake. Dopo aver chiuso l'ultima pagina, la mia vita si è ridotta a una ricerca disperata di pirottini e ricette. Anzi, avrei dovuto inserire nei propositi per il 2013 quello di realizzare finalmente i cupcake al mojito. E' peggio dell'effetto-Parodi, dico davvero.

  3. Giorgio Fontana- Buoni propositi per l'anno nuovo.
    Trama forse un po' esile. Finale inconcludente. Eppure, se un ragazzo giovane sa scrivere così, allora sai che al mondo c'è giustizia. E' uno di quegli scrittori che mi dà il nervoso, da tanto riesce a mettere giù bene le parole. Un nervoso da competizione. Un'invidia viscerale che altro non è che l'ammirazione più pura. Il libro lo butti giù d'un fiato. E poi, dico, l'avete letto il titolo? Non si dica che non è da me.

  4. Tim Griggs- La voce veniva dal fiume
    Sono sempre un po' restia, a leggere romanzi su cui i miei genitori insistono un po' troppo. Non so perchè. Forse c'ho una specie di anima ribelle nascosta in qualche piega del cuore. Vai a capire. O magari c'entra con quella volta con cui mi avevano detto meraviglie di Zafòn e Keruac. E credo di essere l'unica persona al mondo che ha faticato non poco ad andar oltre agli incipit di “Sulla Strada” e “L'ombra del Vento”. Comunque. Per qualche motivo su questo ho ceduto. E me ne sono innamorata. C'è tutto: la musica, il giallo, l'amore, l'intriga. Una delle mie scoperte letterarie migliori. Ma non ditelo ai miei. 

  5. Javier Gutierrez- Un bravo ragazzo.

    Amo le letture leggere, è vero. Ma non devono esserci per forza solo quelle. Questo libro è stato un pugno allo stomaco. Robe da darti la nausea, sul serio. Ma è forse anche per questo che ha lasciato una traccia indelebile in me. Come ho scritto su Anobii: “Un diluvio di virgole. Un montaggio alternato di pensieri. Una sovrapposizione costante di immagini e ricordi distorti dal tempo e dalla psiche. Insomma: un viaggio magistralmente descritto nella mente umana, con tutte le sue assurde pieghe di complessitá. […] Javier Gutierrez ti fa entrare tuo malgrado, quasi in modo violento, dentro ad una personalitá che non vorresti mai avere. In un carattere e un passato che dall'esterno schifi. Ed é un'operazione in cui riesce da Dio. “.

TOP 5- SERIE TV

  1. Homeland
    Secondo me l'Emmy non l'ha mica vinto a caso. Una delle serie “nuove” che ho seguito con maggior attenzione. Nell'attesa trepidante dell'episodio successivo. Una di quelle che, quando la prima stagione finisce, quasi t'arrabbi. Perchè la prossima dovrebbe iniziare subito. Accidenti. Cosa diavolo aspettate?



  2. The Good Wife

    Davvero non capisco perchè non abbia riscosso l'interesse di altre. Perchè, tra i miei amici, troppo in pochi ne parlino. Secondo me ha tutti gli ingredienti per piacere, invece: é' un legal thriller condito da intrighi politici e guerre tra sentimento e facciata. Come se non bastasse, è fatta davvero bene. La scelta se parteggiare per il marito infedele o l'avvocato viscido, poi, può essere oggetto di accese discussioni tra il pubblico femminile. Io tifo per la cotta irrisolta di una vita, ovvio. Chè i tradimenti non li perdono, e le tempistiche sfasate mi hanno sempre affascinata un bel po'.


  3. Desperate Housewives.
    L'addio delle Casalinghe mi ha spezzato il cuore, giuro. E' stato come se un finale (troppo) sdolcinato mi avesse di colpo privata della dose quotidiana di droga. Meglio: come se un “restiamo amici” troncasse senza possibilità di replica otto anni di relazione. Inutile: mi mancano giá.
      
  4. Grey's Anatomy / Private Practice (a pari merito, ché per me sono un po' come due facce della stessa medaglia) .
    Altre certezze che non deludono mai. Anche al di là del mio odio viscerale per Violet Turner e delle volte in cui chiudo gli occhi schifata sulle scene mediche sempre più in stile E.R.


  5. Scandal
    Ok: non so cosa mi stia succedendo, ma ultimamente i retroscena politici mi affascinano non poco. Perció questa, tra le serie più recenti, è indiscutibilmente quella che mi piace di più. Tra l'altro, Abby somiglia un sacco a una mia cara amica. Questa, però, è un'altra questione.



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