sabato 30 maggio 2015

Juan Solo in 4 canzoni

Ho conosciuto Juan Solo seduta su di un marciapiedi a pochi passi dal Manzanares. Era un pomeriggio di eccessivo excursus termico, nel confine tra ombre e luci di Madrid. Si è avvicinato subito dopo il soundcheck, un paio di occhiali da sole addosso. La prima cosa che ho pensato – valgami la superficialità - è che fosse carino un bel po'. 

“Non vedo l'ora di potervi far sentire le mie canzoni, questa sera”, ha detto all'ancora scarso gruppetto in fila davanti alla Sala Riviera. Suo, il compito sempre arduo di aprire un concerto altrui.

“Davvero, voi non potete capire quanto sia emozionato all'idea”. 
Se n'è andato così, pregando ci piacessero. E un paio di ore dopo, di fronte agli occhi attenti di una sala gremita, il suo microfono non funzionava. Insomma, dai, come avrebbe potuto non starmi simpatico? Tanto più che, a problema tecnico risolto, si è rivelato spiritoso e coinvolgente. Capace di intrattenere il pubblico tra un pezzo e l'altro. Di accaparrarsi la scena. Di convincerti con poche note ad andare ad ascoltarlo anche la sera dopo, in uno show intimo e stavolta personale nella centralissima Sala Buho Real.


Juan Solo sul palco della Sala Riviera di Madrid in apertura del concerto de El Pescao 


Perchè alla fine, sì, Juan Solo canta pure bene. Messicano D.O.C, è noto nella sua terra d'origine ma non ancora molto in terra iberica, dove è stato introdotto e fortemente pubblicizzato nientemeno che da David Otero. Con lui, del resto, ha composto addirittura una canzone via Skype, in un interessante esperimento trasmesso in live streaming grazie alla app upclose e interamente accessibile online. 

C'è tutta l'essenza latinoamericana, nella sua produzione. Il che comporta una facile collocazione da primo ascolto in un territorio neutro a metà tra i ritmi di Juanes e i pezzi lenti del primo Ricky Martin. A volte, per il mio gusto personale, è proprio questo a penalizzarlo un po', con testi e melodie un troppo disperatamente sdolcinate per un'italiana del Nord con troppi pezzi del Cile e degli Imagine Dragons sull'iPod. Nei pezzi più veloci, però, funziona eccome. E potrebbe funzionare anche da noi. 

Ve ne consiglio quattro, perchè possiate avvicinarvi anche voi alla proposta di un ragazzo umile, simpatico, e talentuoso che al di sopra di ogni dubbio si merita almeno un play. 

1. Contigo puedo ser quien soy - Un singolo é sempre il miglior biglietto da visita possibile. L'introduzione, perció, l'affido tutta a lui.



2. Terapia Intensiva – Durante il concerto alla Sala Buho Real l'ha descritta come l'unico retaggio dei suoi studi universitari (mai terminati) in medicina. “Assieme ad una valida scusa per 'curare' le ragazze carine”, ovvio.





3. Ámame – tra le piú latineggianti del suo album "Ni solo ni mal acompañado", è senz'altro una delle più orecchiabili. 






4. Tú lo que quieres – Brano dedicato (se non ricordo male) ad una donna che l'aveva tradito. Vi sfido ad ascoltarlo una volta e non canticchiare per l'eternità la rima baciata Paraíso/Piso. 



Poi fatemi avere il vostro parere!

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