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sabato 8 aprile 2017

Mini-guida per sopravvivere alla Semana Santa di Málaga


Parliamoci chiaro: la Semana Santa, in Andalusia, è un delirio. Odore di incenso. Tamburi in lontananza. Non te ne liberi, niente da fare. E poco importa che tu non viva in centro, o che pianifichi esodi mirati con buona pace delle deviazioni dei trasporti: Lei ti raggiungerà, ovunque tu sia, smezzando la routine della tua vita con la frenetica agitazione degli eventi che non puoi ignorare.

I preparativi iniziano almeno quindici giorni prima. Quando meno te l'aspetti, drappi rosso bordeaux bordati d'oro fanno la loro comparsa dalle finestre di Calle Larios. Sedie e transenne smaltate trasformano Plaza de La Constitución in un misto tra un palazzetto dello sport ed una strana gabbia incorniciata da palme. Ed é allora che dici "ci siamo". Oddio, ci siamo. "Perchè?" ci siamo. Ché in un Martedì notte silenzioso i camion sull'Alameda costringono a spostare la fermata del bus. Ma tu hai bevuto Vermut, e la cartina appesa alla fermata ti sembra scritta in un alfabeto incomprensibile. Così cammini barcollando, un po' imprecando, tra il zig zag di ostacoli d'acciaio e i fiorai con le serrande abbassate, alla ricerca di un po' di conforto negli avvisi col bollino rosso sulla app dell'EMT. 


Da lì in poi è tutto un crescendo. Le torrijas nei supermercati. I livestreaming sui social. I "resti o te ne vai?" seguiti sempre e comunque da un paio di "ánimo".  Da lì in poi dovrai rassegnarti alle bande di percussioni sotto casa mentre cerchi di tradurre un articolo in inglese. All'inquietudine delle bimbe agghindate con peinetas e veli in pizzo neri. Ti abituerai, tuo malgrado, alle gente che urla "Guapoooo" al Cristo come se fosse un idolo da concerto pop. E imprecherai però - sì, ancora - quando uscendo dal Mercadona l'ennesima Madonna ti bloccherà su un marciapiedi con cinque litri d'acqua a pesarti tra le mani.




Che ti viene da dire "mancano ancora tre giorni". E invece sbagli, perchè tra le particolarità della Semana Santa di Málaga - la più importante dopo quella di Siviglia - c'è proprio quella di iniziare una settimana prima. L'antipasto sono i traslados, ovvero piccole processioni in cui le statue vengono trasportate dalle Chiese alle case delle confraternite, da cui si prepareranno a partire per le loro ben più sontuose "sfilate" pasquali. 

Tanto per darvi un'idea, stiamo parlando di quarantadue (QUARANTADUE!!!) processioni ufficiali tenute da altrettante confraternite tra la Domenica delle Palme e il Venerdì Santo, per un totale di oltre 78 troni portati a braccio per le vie della città. Stiamo parlando di notti in cui non dormi, dato che molte si concludono alle due di notte e certe addirittura alle 5 del mattino. Ma, nonostante gli ovvi disagi per chi ci vive, stiamo parlando anche di una tradizione secolare dall'indubbio fascino. E ritengo che almeno una volta nella vita, fosse anche parzialmente, la si debba vedere. 

Perciò, mentre io mi preparo a prendere un aereo, ecco tutto quello che dovete sapere se siete abbastanza folli o curiosi da venire ad assistere ad una delle manifestazioni di maggior richiamo turistico nel capoluogo della Costa del Sol. 


LA STORIA 

La Semana Santa di Málaga ha origini antichissime. La sua storia ha, infatti, inizio nel 1487, quando i Re Cattolici fecero il loro ingresso trionfale in città annettendola al Regno di Castiglia. Come modo per proclamare la vittoria del cattolicesimo, i Reali si diedero subito un gran da fare per fondare Chiese e conventi in quantità, dotandoli di immagini sacre. Dal momento che all'epoca non esistevano associazioni o cooperative che si incaricassero di proteggerle vennero fondate confraternite (confradías) ed hermandades incaricate di prendersene cura. Durante la settimana precedente la Domenica di Pasqua, ciascuna confradía ed hermandad organizzava processioni per far ammirare le immagini ai cittadini, dando origine alla tradizione che ancora oggi perdura. Se siete interessati, potete trovare maggiori dettagli a questo link. 


I TRONI

Oltre ai traslados, l'altra caratteristica che rende unica la Semana Santa di Málaga è la dimensione dei troni portati in processione, che sono sensibilmente più grandi di quelli di ogni altro evento pasquale in Andalusia. Il motivo sono gli scontri tra la Chiesa e le confraternite, che le hanno portate in passato a dover montare i troni per strada. Non dovendo più uscire dalle chiese, questi si trovavano a non avere più alcun limite di dimensioni, lasciando ai cofrades ampio spazio per lo sfarzo e la creatività. É per questo che vennero costruite anche le cosiddette "casas de las hermandades": edifici in cui i troni vengono parcheggiati per il resto dell'anno e che possono essere visitate come veri e propri musei. 

LA TRIBUNA DE LOS POBRES


La "Tribuna de los Pobres"

Letteralmente "tribuna dei poveri" si conosce con questo nome la scalinata che collega calle Carretería al Puente de la Aurora. Formando un anfiteatro naturale, questi sedici gradini diventano durante la Semana Santa l'unica tribuna in cui è possibile assistere alle processioni senza pagare (come invece bisogna fare per avere un posto a sedere nelle tribune artificiali). La postazione è ambitissima anche perchè le confraternite sono solite organizzare qualcosa di speciale ed insolito quando ci passano davanti. Naturalmente i posti sono pochi e fanno gola a molti, perciò se ne volete uno dovrete andare ad accamparvici molto, ma molto presto...


LE PROCESSIONI DA NON PERDERE

Tra le innumerevoli processioni, tutte diverse, che hanno luogo a Málaga durante la Semana Santa, le più imperdibili sono le seguenti.

El Cautivo - Lunedì Santo [19.45-04.30]



Foto: Alerta Digital


Preparatevi al casino più totale. Questa è la processione in assoluto più famosa e attesa in città, e riesce a congregare ogni anno oltre un milione di persone provenienti da tutta la Provincia e da tutto il Paese. La statua del Cristo, realizzata da José Gabriel Martín Simón, si caratterizza per la tunica bianca che realizza un leggero movimento quando viene portata in processione creando la sensazione che stia realmente camminando. 


Cristo de los Gitanos - Lunedì Santo [16.20-22.30]


Foto: Diario SUR


La processione più flamenca e allegra di tutte, in cui la statua del Cristo viene portata per le strade di Malaga tra i canti e i balli della popolazione gitana. 

Virgen de las penas - Martedì Santo [17.25-01.00]


Foto: El Mundo


La caratteristica principale di questa statua è il mantello di fiori veri che la adorna: parliamo di 15.000-20.000 garofani ogni anno vengono messi a disposizione dai giardinieri del comune. La tradizione è nata nel 1944 quando, per mancanza di fondi, la statua non poté essere dotata del manto di velluto che aveva sfoggiato l'anno precedente. Il giardiniere del comune pensò quindi di rimediare in questo modo proponendo una soluzione che doveva essere temporanea ma che è invece piaciuta a tal punto ai malagueñi da diventare consuetudine. 

Servitas - Venerdì Santo [22.25-03.00]


Foto: Diario SUR


Preparatevi ad un vero e proprio viaggio nel tempo che vi farà venire la pelle d'oca. La statua della Madonna, con una piccola aureola illuminata, esce dall'Iglesia di San Felipe Neri preceduta da individui con il volto coperto che reggono enormi ceri. Le luci della città si spengono, poi, al suo passaggio mentre viene portata in processione, nel silenzio che contraddistingue l'intera giornata del Venerdì. 

Potete consultare il programma completo della Semana Santa malagueña a questo link. Buon divertimento, buone preghiere o buon delirio a tutti, a seconda di come la vogliate affrontare. 

domenica 5 aprile 2015

Viral Songs #10 (E uova di Pasqua)

Dicono che bisogna prestare attenzione alle reazioni dei lettori. Tener conto dei loro interessi. Adeguare i contenuti a ciò che dimostrano di amare e odiare. Per cui, certo: è il mio blog. Un posto su cui scrivo perchè e quando mi va di farlo. Eppure, per quanto adori la recente tradizione delle Viral Song italo-spagnole, proprio non riesco a fregarmene di voi. Chiamatela deformazione professionale. Chiamatelo puntiglio. Ma non posso non notare che il numero di visite e like ai contenuti di questa rubrica è nettamente inferiore a quello di ogni altra mia pubblicazione. É per questo che, non senza un po' di dispiacere, ho deciso di trasformarla in un appuntamento mensile. Un modo come un altro per accontentare tutti: la mia mania di controllo statistico sui brani più condivisi del momento in Italia e Spagna; e voi, che dovrete sopportarne gli effetti con frequenza nettamente minore. 

Ho aspettato la decima puntata, per farlo. Ho aspettato un numero tondo. Ho aspettato la Pasqua, con il suo carico di uova al cioccolato e sorprese di dubbio gusto plastico. Chè la vera usanza, in realtà, è passare la giornata a cercare di capire cosa siano. 

Ho aspettato - soprattutto-  che, per la terza settimana di fila, i Muse in testa a entrambe le classifiche rendessero ogni ulteriore aggiornamento noioso. É, pertanto, con il motto di "Ragá, ascoltate altro!" che condivido l'infografica con i dati riassuntivi di queste dieci settimane di attente rilevazioni, ampliamento delle playlist di Spotify e volume ai massimi sistemi. 

Qualche curiosità degna di nota? Carlos Sadness è stato l'artista più virale in Spagna mentre, in base alle preferenze che mi avete segnalato in calce ai post, amate complessivamente di più i brani condivisi dagli italiani rispetto a quelli postati dagli spagnoli. 



Buona Pasqua, e buona musica a tutti. Sia essa virale, oppure no. 


giovedì 17 aprile 2014

Come la campanella l'ultimo giorno di scuola.

Terminare l'ultima attività lavorativa prima di un weekend festivo ha lo stesso sapore liberatorio (e ormai dimenticato) del suono della campanella l'ultimo giorno di scuola. Certo, quel che fai di lavoro è decisamente molto meglio di due ore di chimica. Materia che, tra parentesi, da un po' in qua associo in modo pressochè esclusivo alla produzione di metanfetamine. Dev'essere per il successo di Breaking Bad, vai a sapere. Comunque. Vi scrivo dalle quattro pareti dell'ufficio, in frenesia da dire senza saper cosa, entusiasta ma troppo stanca per esternarlo in qualsivoglia maniera. 



Come al solito, sono rimasta a presidiare il forte. Ultima sopravvissuta oltre l'orario canonico. Sola. Gli occhi che bruciano. Il portachiavi rosso di rimandi pop. E, anche se davanti a me ho soltanto quattro giorni - e non tre mesi - di vacanza mi sembra comunque un traguardo da festeggiare.

Perchè, del resto, è tutto come sempre. Aprile che mi sfugge dalle dita. Il ciclo che si allinea alle date dei miei viaggi. Una quantitá eccessiva di idee gestire. Gli spritz che ordino con l'unica e precisa finalità di ingozzarmi di patatine. Insomma, sono sempre io. É sempre la mia vita. 

Con la sola differenza che un bisogno di vacanze cosí estremo, francamente, non lo avvertivo da tempo.

Quindi, niente: domani parto. Direzione Lago di Garda, conoscenza di figlie di migliori amiche (sono emozionata!), collassi su letti altrui.

E, visto che mi aspetta una quantitá esagerata di preparativi, non mi resta che augurarvi Buona Pasqua sin da ora. Fate i bravi, staró via solo un po'.