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martedì 19 agosto 2014

Quando accidenti è morto, Lorca?!

Per quanto pigra e molto ben nascosta, ogni tanto qualche pulsione giornalistica s'impadronisce ancora di me. Il suo scopo – ormai l'ho capito - è quello di farmi perdere intere giornate in ricerche bizzarre. A maggior ragione se ho dell'altro da fare. Non riesco a resisterle, però. Mai. Così, dopo aver scartabellato Google in lingue che manco conosco, aver avanzato teorie complottistiche, aver esclamato “ah-ah!” ed essermele smontate da sola, mi sento al momento una completa deficiente. Anzi, mi chiedo quando diventerò una di quelle che scrive sui forum che Paul McCartney in realtà è morto, Michael Jackson è ancora vivo, l'uomo non è mai stato sulla Luna e Steve Jobs è stato rapito dagli alieni.

Comunque, la Domanda è ancora lì. Sì, insomma: quando accidenti è stato assassinato Lorca?!



Ché stavo scrivendo un articolo per Total Free Magazine. 'Na roba tranquilla sull'anniversario della morte del Poeta. Indole pacifica. Sottilmente svogliata. La testa già piena dei progetti successivi. Firulì firulà. Richiedeva talmente poca concentrazione che potevo anche permettermi di buttare un'occhiata a Twitter. Ed è proprio così che – guarda tu la coincidenza!- mi sono imbattuta nel cinguettio di un quotidiano italiano. “Ricorre oggi l'anniversario della morte di Federico García Lorca...” . Un momento: oggi?! Come sarebbe a dire, oggi?!

La prima reazione é stata il panico. Ho sicuramente sbagliato io. Ho fatto casino con le date. Lo dicevo, che ero poco concentrata! Poi, la verifica. Allora ha sbagliato il quotidiano. Ahahahaha. Inetti. Ora lo segnalo a Social Media Epic Fails. Ma il dubbio, prima. Il click sull'hashtag. Un altro tweet. Poi due. Poi tre. Che diavolo...?!

Insomma, ve la faccio breve: secondo tutti (e proprio tutti!) i media spagnoli Federico García Lorca fu ammazzato un 18 Agosto. Secondo tutti (e proprio tutti!) i media italiani, l'assassinio data invece al 19 dello stesso mese. Strano, no?

É lí che é intervenuta la pulsione giornalistica. Cosí, ho dedicato metá del pomeriggio a cercare informazioni sul Poeta in pressoché tutti i Paesi del Mondo. O, per lo meno, d'Europa. O, per lo meno, di tutti i Paesi d'Europa che utilizzino caratteri alfabetici (asiatici e russi li ho lasciati perdere: avrei voluto vedere voi, a ritrovare l'opzione “lingua” nelle impostazioni avanzate di Google in mezzo a caratteri ignoti!)

Il risultato é che secondo quasi tutti (tra cui cito Italia, Portogallo, Francia, Germania e Polonia) Lorca venne ucciso il 19, mentre solo Spagna, Olanda ed Inghilterra insistono a dire che l'uccisione é avvenuta il 18.



Il dubbio potrebbe avere una sua ragion d'essere: a quanto ho letto, il fatto avvenne all'alba. E l'alba é – da sempre – una specie di limbo tra ieri e domani. Ció non toglie, peró, che il fatto resti un po' bizzarro: 78 anni dopo, possiamo cortesemente metterci d'accordo su una data universale? Certo, non che cambi molto: i letterati che restano nella storia, in fondo, non muoiono mai davvero. Io, però, almeno impiegherei le mie giornate in altro modo.

domenica 3 marzo 2013

Liebster Blog Award: il mio contributo.


Responsabilitá mica da ridere, quella di cui mi ha investita Ernesto cedendomi il testimone ai Liebster Blog Award. Come lui, anch'io arrivo in ritardo. Ma, come lui, volentieri accetto. D'altra parte, se posso tediarvi, perché mai mi dovrei trattenere? Poi il giochino é semplice. Si tratta di : 
A) Elencare 11 cose che mi riguardano; 

B) Rispondere alle 11 domande rivoltemi da Ernesto

C) Rivolgere a mia volta 11 domande alle persone che nomineró (buahahaha)
D) Candidare 11 persone che, se mai vorranno portare avanti 'sta cosa, dovranno rispondere ai miei quesiti sul loro blog. Oltre, ovviamente, ad elencare 11 cose che le riguardano, e bla bla. In realtá, in origine, di persone ne sarebbero bastate 5. Ma, se mi dicono 11, mi adeguo.




Insomma, io vado. Ché magari, con l'esempio pratico, si capisce anche di piú. 

11 COSE CHE MI RIGUARDANO. 

1. Da piccola, mia nonna mi ha insegnato a cantare “Sai perché mi batte el corazón? Ho visto un bel muchacho, ho visto un bel muchacho, y enamorada estoy”. Credo che il mio italo-spagnolismo sia iniziato lí. 

2. Quando mi appassiono a qualcosa devo andare fino in fondo. Lasciarci l'anima. Sapere tutto. Da lí, la mia connaturata predisposizione ai fanclub. 

3. Vivo in un mare di post-it fucsia.


4. Mi irritano: quelli che non rispondono alle mail, quelle che vanno ai concerti coi tacchi a spillo e l'espressione “che schifo!” riferita al cibo.



5. Il mio primo libro, #Odissea, è nato perchè sentivo il bisogno di tornare a divertirmi scrivendo. Finché non riesco a ricreare quella sensazione di gioia, mi sa che il secondo non vedrá la luce. 



6. Pur senza essere loro intima amica, posso dire di aver pranzato con Cesare Cremonini, bevuto del vino con Giuliano Sangiorgi, assistito a un concerto privato di Dani Martín. E, per quanto il dato possa non interessarvi, a me le tre cose erano sembrate all'epoca alquanto eccezionali.

7. Non so ancora cosa regalare ad una delle mie piú care amiche per il suo imminente matrimonio. E neanche come vestirmi per il suo addio al nubilato. La cosa mi provoca frustrazione.

8. Per colpa di un romanzo di Luca Bianchini, leggo sempre l'ultima riga di un libro prima di iniziarlo. E canto mentalmente quando non riesco a dormire.


9. Il mio ideale di sogno romantico é incontrare per caso l'uomo della mia vita in aeroporto. 



10. Non ho nemmeno una foto del primo concerto a cui sono andata, perché sul retro del biglietto c'era scritto “non fotografare”. 



11. La prima parola che ho imparato in spagnolo é stata piña (ananas).


LE 11 DOMANDE DI “SULLA STRADA” 


1) Pensi che nel 2013, prima o poi, ci sarà un giorno senza pioggia?

Beh, oggi c'è il sole. 


2) Cosa bisogna fare per sopravvivere in/alla italia?

Mmm...emigrare? 


3) La battuta che ripeti più spesso?

Faccio sempre le stesse due o tre battute, in realtá. Peró ci credi, se ti dico che adesso non me ne viene in mente manco una? 

4) Un bel viaggio da fare?

Se é Spagna, andrá comunque bene. 


5) Oscar Giannino recupererà mai il master e le lauree perdute?
Forse, se cerca bene su Ebay...

6) E' giusto concedere il diritto di voto proprio a tutti?

Sí, sempre e nonostante. 


7) Che cosa vorresti inventare?
Il coprinaso in lana per i freddi pomeriggi di inverno. E i pannolini per piccioni. L'umanitá me ne sarebbe grata.

8) In Italia esiste un modo per diventare professore universitario per merito?

Lo spero. 


9) La sera li digerisci i peperoni?

Anche i sassi, se é per quello.


10) Se si bucasse una ruota della tua automobile, sapresti cambiarla?

Per niente. Ma il problema non sussiste: non ho un'automobile. 


11) Visto che il mio cane fa per dispetto sempre la pipì in casa, pensi che abbia bisogno di uno psicologo?

Io direi di un water.


LE MIE 11 DOMANDE (Essendo mie, non stupitevi dei contenuti). 



1. Why Mango? Ma soprattutto: perché la Spagna? 



2. La gaffe linguistica piú grossa che tu abbia mai fatto all'estero.

3. Libro sul comodino? 

4. Prossimo concerto a cui andrai?

5. Social network che ami di piú? 

6. Descrivi il tuo blog in una parola. 

7. Dani Martín o El Pescao?

8. Cesare Cremonini o Il Cile? 

9. Spaghetti alla carbonara o Tortilla de Patatas? 

10. Un metodo infallibile per garantirsi il buon umore.

11. Un italo-spagnolo che ammiri.


LE MIE 11 VITTIME SACRIFICALI (Chiamate a rispondere alle domande suddette):









lunedì 7 gennaio 2013

Ask: il social network delle domande (e dei tamarri).


Io, ai Social Network, farei prima a farci l'abbonamento. Tuttavia, credo che Ask.fm abbia davvero una grande potenzialità. Insomma, in fondo viene a sostituire quei lunghissimi test da duemila domande l'uno che nella mia immediata post-adolescenza mi divertivo spesso a compilare. Con la differenza che a fartele, quelle domande, sono altre persone. Gente in carne ed ossa, più o meno pettegola, che esprime reali curiosità. Il che lo rende giorno dopo giorno sempre nuovo, e un po' più ricco di stimoli.



Forse, però, dovrei cominciare dall'inizio. E cioè dallo spiegarvi in che cosa consista, 'sto benedetto Ask. Non che del resto ci sia molto altro da aggiungere. Voglio dire, ti crei un profilo. Ne condividi il link. E chiunque lo voglia, in un paio di click, può farti una domanda in modo anonimo. A tua discrezione se rispondere e quando. Ma, se lo farai, sappi che la risposta (con relativo quesito) apparirà in pubblico a chiunque, iscritto o meno al social, decidesse di farsi un po' di affari tuoi. Insomma: è una sorta di continua intervista a mille voci rivolta a persone non famose. Interessante per il marketing. Interessante per gli studi sociologici. Ma soprattutto, interessante per me. Ché, lo ripeto: adoro rispondere a domande nei miei (seppur rari) momenti di noia.

Il problema è che, fino ad ora, Ask – per la sua stessa struttura basata sull'anonimato – sembra essere territorio principe della curiosità morbosa e del gossip sfrenato. Basti pensare a come io l'ho scoperto: colpa della sua diffusione in un ambiente groupie esasperato da eccessive gelosie. L'odio, l'invidia, la necessità assurda di criticarsi gli uni con gli altri ha trovato lì il giusto sfogo. La cornice perfetta a insulti, contrattacchi, insinuazioni. Per contro, sembra anche essere dominio incontrastato di esibizionisti e gente un po' tamarra, almeno a giudicare dalle attività più popolari.

Ma nonostante questo...oh, a me piace.
Mi piace perché, come sempre, un mezzo è solo un mezzo. Poi sta a te decidere che uso farne.
E lì a me chiedono del libro. Dei viaggi. Dei miei progetti personali e professionali.

Su ask mi aiutano a raccontare cose che magari a volte ho dato per scontate. O che, se non altro, non pensavo potessero interessare. Questo sì: devo ancora lavorare sulla sintesi.

Mentre ci provo, se lo volete, potete chiedermi qualcosa anche voi. Basta andare a questo link.