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venerdì 4 maggio 2012

Venerdí...Empanadillas de Atún e Cinema Spagnolo!


Poi, magari, dirlo non fa tanto “Gourmet”. Però credo sinceramente che le empanadillas surgelate del Mercadona siano una delle meraviglie gastronomiche mondiali. L’assenza del mio supermercato preferito su suolo italico (allegasi sospiro affranto) m’obbliga, tuttavia, all’alternativa più sana:  insegnarvi a prepararle a casa.  

P.S: la modalità succinta della premessa non dovrebbe esservi fonte di preoccupazione. Davvero, sto bene. Ho solo i neuroni stremati da una schizofrenia digitale che comunque –  lo ammetto – mi piace un casino. Ricordate che parlavo di una collaborazione esaltante, qualche post addietro? Beh, visto che il mio nome appare anche sul sito, credo di potervi ormai dire  di più. Il fatto é sto facendo provvisoriamente da community manager a CinemaSpagna, il Festival di Cinema Spagnolo a Roma. (Coro di “oooooh!”) Quindi, per inciso, se voleste seguirmi-ci-vi-si su Facebook e Twitter…io ne sarò felice, ecco. E poi, dai! A parte tutto, un’evento più italo-spagnolo di quello mica è facile da trovare! O no? 



EMPANADILLAS DE ATÚN

Ingredienti per 6 Persone: 
Per la pasta: 
500 g. di farina bianca
Vino bianco secco
Olio extravergine d’oliva
Burro
Zucchero semolato
Sale
Farina bianca per la spianatoia

Per il ripieno: 
5 scatole di tonno
6 uova
Passata di pomodoro q.b

PREPARAZIONE
In una ciotola raccogliete la farina, un cucchiaio di vino, uno di olio, uno di zucchero e uno di burro fuso e freddo. Iniziate a impastare il tutto aggiungendo poco per volta dell’acqua tiepida, in modo da ammorbidire la pasta. Formare una palla e riporla in frigorifero per 30 minuti. 

Nel frattempo, mettete le uova a cuocere fino a farle diventare sode. Una volta pronte, levate la scorza e tagliatele a quadratini. Scolate l’olio delle latte di tonno, e unite il tonno alle uova in una terrina. Aggiungete a poco a poco la passata di pomodoro, in quantità a piacimento (ma senza esagerare:il sapore predominante dovrebbe essere quello del tonno)  e lasciate riposare il tutto.

Passata la mezz’ora, estraete la pasta dal frigorifero, stendetela su di una spianatoia leggermente infarinata e ricavatene 12 dischetti. Farcite i dischi di pasta con il ripieno precedentemente preparato e chiudeteli a mezzaluna. Friggete le empanadillas in abbondante olio bollente e servitele calde. Buen provecho! 

venerdì 27 aprile 2012

Venerdí...Paella. (E Verduzzo del Friuli)


Di paellas, nella mia vita, ne ho assaggiate tante. Ancor più, ne ho fotografate. Ché in fondo l'ho sempre pensato, che il piatto più tipico - ed inflazionato-  di Spagna fosse un capolavoro d'estetica, oltre che di sapore. E poi, si sa, le foto del cibo mi riescono bene. Tra l'altro, a proposito di foto, qui ci starebbe un resoconto per inciso di quella che è diventata una delle mie attività preferite davanti al pc. Del tipo che ho trovato quest'applicazione per Google Chrome. Pixlr-o-matic, si chiama: tanto impronunciabile quanto, invece, facilissima da usare. In pratica ti crea con pochi click effetti grafici alla istagram per iphone. E non vi dico quanti ricordi di viaggio ho trasformato, ieri, in stupende polaroid vintage! Droga, davvero. Droga pura. 

Però non divaghiamo, che parlavo di Paellas. Ne ho assaggiate tante, dicevo. Ancor più, ne ho fotografate. La più buona in assoluto, però, l'ho provata a Málaga. Mastro Chef: il moroso di Grace, nel corso di una visita invernale. I mezzi erano scarsi. Gli ingredienti ingombranti. Ma il tempo d'attesa, Dio...é valso la pena eccome. Solo che, vedete, é proprio qui che mi incazzo. Perché, in quell'occasione, io ero stata attenta ad immagazzinare tutto. Osservavo ogni suo movimento, me l'appuntavo in testa, e confidavo nella mia capacitá di ripeterne la sfilza, uguale uguale ,a casa. Peccato che c'ho una memoria che manco un merluzzo ritardato. E, se non erro, avevo pure bevuto del vino. A proposito: il Verduzzo del Friuli é un'altra new entry dell'ultimo periodo. Cioé, vi pare che io viva qui da una vita e non l'avessi mai assaggiato prima? Sacrilegio, ve lo dico io. Comunque, dicevo: di quella ricetta ho i ricordi frammentati. Tuttavia, cercheró di riassemblarli alla bell'e meglio, aiutando il rattoppo con un collage veloce di letture online. Ovvio, non sará lo stesso. Ma la trascuro da troppo, questa mia rubrica del Venerdí. E se ti avventuri in una sezione dedicata alla cucina spagnola, beh, va da sé che la Paella non la puoi saltare! Quindi buona lettura, buon appetito, e ...mi raccomando, scattatele una foto, alla fine. 



PAELLA MISTA- INGREDIENTI PER 10 PERSONE

1kg di riso 
½ pollo
500 gr. di chorizo (o salsiccia) 
½ kg di calamari
½ kg di gamberoni
½ kg di cicale di mare
1 kg di vongole
1 kg di cozze
½ kg di piselli
1 cipolla piccola
1 peperone verde ed uno rosso
2 pomodori maturi
1 bicchiere di vino bianco
brodo vegetale
olio extra vergine d'oliva
zafferano q.b.
sale q.b.
pepe q.b.
prezzemolo tritato 

Tagliate pollo e chorizo a piccoli pezzi e metteteli a rosolare in una padella con abbondante olio d'oliva, sale e pepe. Nel frattempo, fate aprire le cozze e le vongole in due distinte casseruole. Appena pronte, lasciatele raffreddare e filtratene il brodo, che verrá aggiunto in seguito. 

Tritate o tagliuzzate finemente, quindi, la cipolla e il peperone verde. Quando pollo e chorizo saranno pronti, metteteli da parte e, nello stesso olio in cui li avete fatti rosolare, infilate cipolla e peperone. Aggiungetevi quindi i piselli,  i calamari (che precedentemente avrete lavato e tagliato a pezzetti) e due pomodori accuratamente pelati e spezzettati. Versateci anche il bicchiere di vino e mescolate . A parte, mettete ad abbrustolire il peperone rosso, privandolo della pelle e tagliandolo a listarelle: servirá per la guarnizione finale perció, al momento, tenetelo da parte. 

Quando tutto sará cotto, aggiungete metá gamberoni privati delle teste, metá delle cozze sgusciate e tutte le vongole con mezzo guscio e il loro brodo di cottura. Aggiungete quindi il pollo e il chorizo che avevate tenuto da parte, mescolate e aggiungete prima lo zafferano e, infine, il riso con il brodo precedentemente preparato. Non smettete mai di mescolare, in modo che non si attacchi. 

A questo punto potete aggiungere i rimanenti gamberoni e cozze con mezzo guscio, nonché le cicale di mare, che vi serviranno a loro volta come guarnizione. Continuate la cottura aggiungendo ulteriore brodo ove necessario, e sempre rigirando bene il tutto. Appena il riso é cotto collocatevi sopra le listarelle di peperone rosso e cospargete di abbondante prezzemolo. La vostra paella sará pronta per essere servita! 


Curiositá: la paella, in Spagna, é spesso l'emblema dei lunghi pranzi  della Domenica, attorno a cui tutta la famiglia si riunisce. Essendo un piatto che richiede di lunghi tempi di preparazione, infatti, si adatta decisamente meglio ai momenti di relax che alle brevi pause pranzo lavorative. 

venerdì 13 aprile 2012

Venerdí dal sapore canario: Papas Arrugadas per tutti!

Per chiunque sia stato alle Canarie, i ricordi gastronomici avranno senz'altro due sapori chiave. La dolcezza forte del RonMiel in un chupito a fine pasto, e...le papas arrugadas con mojo picón. Ebbene sí, signori: senz'altri fronzoli (ché oggi piove, e a me la pioggia rende acida peggio di uno yoghurt scaduto) , la ricetta di oggi aspira a condurvi proprio lá. Ai margini di un'Africa che sa di America Latina. Nella Spagna del fuso orario, che celebra il capodanno sui rintocchi del Big Ben. E sa di nero lavico, oppure di sabbia bianca. Sa di regaettón, di traffico indisciplinato. Di colori accesi e vegetazioni piene. Di un mondo a parte, incantevole, appena appena qualche ora piú a sud.



PAPAS ARRUGADAS

Ingredienti:
1 Kg di patate novelle
1 kg di sale grosso
Acqua

Preparazione:

Lavate bene le patate, senza peró sbucciarle. Mettetele quindi a lessare in una pentola, salando l'acqua con mezzo kilo di sale grosso. Fate attenzione che l'acqua non superi mai il livello delle patate. A patate bollite – ma prima che la buccia si stacchi – scolate l'acqua, coprite le patate con il sale rimanente, e rimettetele sul fuoco, girandole per un paio di minuti fino a che non si saranno completamente asciugate. Non appena le bucce risultano “rugose” (
arrugadas, appunto), togliete le patate dal fuoco e lasciatele riposare per qualche minuto nella pentola, coperte da un panno grezzo.

Andrebbero servite con il Mojo, tipica salsa canaria disponibile nelle varietá del verde (piú light) e del rosso (piú piccante). Internet, al solito, fornisce innumerevoli consigli su come prepararlo in casa. Fedele alla filosofia di questa rubrica, peró, io non mi azzardo a ricopiarne nessuna ricetta : lo sapete, qui ci tengo a proporvi soltanto quelle che ho sperimentato di persona. E per quanto non sia mai la stessa cosa, ammetto che il mojo io l'avevo comprato al supermercato. 

venerdì 6 aprile 2012

Un Gazpacho, Pau Dones, e Kekko dei Modá. Frullare per bene.

Ragazzi, è ufficiale: i cantanti italiani hanno scambiato Pau Dones per il Pittbull della Penisola Iberica. Dico sul serio. Ormai quelli che non ci hanno ancora duettato sono una specie in via d'estinzione, protetta dal WWF come i Panda. In effetti, la Golia sta già pensando di mettere le loro foto sulle caramelle. E a 'sto punto spero solo che non lo faccia mai un certo bolognese, perché lo prenderei come un affronto personale. Giuro. Un tradimento ispanofilo bell'e buono. Uomo avvisato... Ma poi, de qué depende (notare la dotta ed appropriata citazione) 'sta fissa nazionale per la voce dei Jarabe de Palo? Non lo capisco. E' perchè sa la nostra lingua, ché il bilinguismo pareva brutto? E' perché é originario di Formentera e i vari Bonolis, De Laurentis, Ramazzotti etticcì vi hanno ben che intortati? Daaai, c'ha troppi capelli per interpretare Pittbull! Non rappa, non si veste tamarro e non intervalla i testi con frasi sesso-allusive a vanvara. Lasciate perdere. Cercate altrove. Dico così, giusto per amor d'originalità.




Ora, però, la smetto. Altrimenti penserete che ce l'ho con lui e non é affatto vero. Anzi, mi sta pure simpatico, Pau. Solo che m'é giunta voce che duetti con i Modà in una nuova versione di “Come un pittore”. E, al solito, non c'ho visto più. Chè io lo dicevo – devo averlo pure scritto, ne sono certa, ma ora son troppo pigra per andare a cercare dove; insomma, lo dicevo che quella canzone a me parlava di Spagna. “Giallo come luce del sole, Rosso come le cose che mi fai provare”. Era la bandiera. Sì, lo so, sono un tantinello fissata, però io ci vedevo la bandiera. Per cui, se doveva esserci una collaborazione italo-spagnola che coinvolgesse i Modà, non poteva riguardare altro. Solo che non doveva essere tutta nella lingua di Dante, che diamine! Anche su questo sono fissata, vero, ma...ha un senso?! Cantata così, ha un senso?! E poi sempre Pau. Che noia, che barba, che monotonia. Quello che ha duettato con Jovanotti, con Renga, con ...Gazzé, anche, se non sbaglio. Cioé, non ne conoscete altri, di spagnoli? Eh, niente. Mi parte un attimo l'embolo, tutto qui. Anche perchè – aprendo ulteriori parentesi – il cantante dei Modà dovrebbe smetterla di farsi chiamare Kekko. Almeno togli le Kappa, dico io: ne va della tua credibilità. Suvvia, se leggi “Kekko ha dichiarato che” può anche aver detto che risolverà il problema della fame nel Mondo, ma penserai comunque in automatico a un quindicenne con la frangetta su un occhio che si scatta foto allo specchio del bagno . La gente ci deve pensare, a queste cose.

Ma vabbè. Forse è meglio che mi raffreddi l'animo. Vi andrebbe un gazpacho? In fondo, è pur sempre Venerdì.


GAZPACHO ANDALUZ

Ingredienti per 6 persone:

200 g. di mollica di pane
600 g. di pomodori maturi
120 g. di olio extravergine d'oliva
1 cipolla
1 cetriolo
2 peperoni
3 spicchi d'aglio
aceto
sale e pepe

Dopo aver fatto ammollire il pane in acqua, lavate tutte le verdure e tagliatele a tocchetti. Frullatele assieme al pane strizzato, l'olio e 4 cucchiai di aceto. Se necessario, aggiungete altra acqua.

Lasciate raffreddare il gazpacho in frigorifero per almeno tre ore. Se lo vorrete, potete servirlo anche con dei cubetti di ghiaccio: é imprescindibile che sia molto freddo.

Quanto alle modalità di presentazione, la Spagna ne offre – come spesso accade – una varietà esorbitante. Potete servirlo in ciotole, come una qualsiasi minestra fredda. Meglio, in questo caso, se accompagnato da dadini di pane tostato, listarelle di peperone crudo, tocchetti di pomodori e cetrioli distribuiti in piattini diversi cosicchè ogni commensale se ne possa servire a piacere. Oppure, come spesso si fa nella penisola iberica, potete servirlo in grandi calici da vino o in piccoli bicchieri da chupito: in questo caso, più che un piatto unico, il gazpacho avrà il ruolo di rinfrescante antipasto che apre lo stomaco alle prelibatezze successive. Se è questo che volete dal vostro piatto, consiglio di renderlo, però, più leggero togliendo il pane dagli ingredienti frullati. E buen provecho, amigos. 



venerdì 30 marzo 2012

Venerdí...artistico. E la ricetta, oggi, ve la dá un'altra italo-spagnola!


Mentre leggete questo post- sia benedetta la pubblicazione pianificata- io sarò verosimilmente incorniciata dal cubicolo-stand di una Fiera d'Arte. Triplice ruolo, il mio: figlia di pittore, pseudo addetta stampa e osservatrice pettegola di personalitá strane. Visti i trascorsi , questo significa che dovrò lanciarmi in una sfida all'ultimo sangue con attempate, distinte (ma anche poco dignitose) mandrie affamate per aggiudicarmi almeno una forchettata di lussuoso buffet. E significa anche, come potrete intuire, che non avrò tempo per la ricetta del Venerdì.

Poco male, però, perché la Precaria más salá de todo Madrid ha condiviso sul suo blog i consigli culinari delle autoctone vicine di casa. Una ricetta palentina, a quanto pare. Insomma, castigliana al cento per cento. Ricca di energia e di calorie ma, giá soltanto a giudicare dall'aspetto, anche sicuramente molto buona.

Che dite? La sperimentiamo assieme? 


venerdì 16 marzo 2012

Venerdí...colpo di scena al tonno e avocado!

Probabilmente avrete pensato al Gazpacho. In fondo avevo detto che sarebbe stato a tema con la mia prossima destinazione andalusa. Che si consuma freddo. Che é facile da preparare. Beh, vi siete sbagliati, perché questa settimana la ricetta é un'eccezione. Per per una volta non vi parlo di un piatto tipicamente spagnolo. Per una volta, la relazione diretta con Málaga si deve solo ai ricordi del sapore sul palato. L'insalata di tonno e avocado era il must di ogni festa multiculturale in casa. Una miscela d'ingredienti insoliti che é sempre riuscita a conquistare e stupire.

La preparazione non potrebbe essere delle piú facili. Prendete il tonno in scatola. Mescolatelo all'avocado tagliato a pezzetti, e condite con l'aceto balsamico. Il resto, é tutto da assaporare. Ed é pure dietetica, guarda un po' te.



NB: Una variante prevede l'aggiunta di foglie di rucola, ma personalmente non l'ho mai provata. Per una presentazione un po' piú “gourmet” del piatto, potrebbe essere un'idea creativa usare le scorze dell'avocado stesso come contenitore della vostra insalata.

venerdì 9 marzo 2012

Venerdí...di conti alla rovescia, Parte I: Ensalada Malagueña

Dodici giorni. Ho partecipato a concorsi, fatto qualche passeggiata via google street view, riletto vecchi post avvolta in spirali di masochismo estremo. Insomma: tutto come da copione. Solo che il problema, quello vero, non sono mai i ricordi. Macché. Nel countdown di ogni mio viaggio a Málaga, quello che sul serio stressa é un rapporto matematico impossibile. Leggesi: quantitá di persone che vorrei vedere vs. i pochi giorni in cui staró via. Lo capirete, con un concerto in mezzo e l'irrinunciabile triangolo gastronomico Pimpi - Pepa y Pepe - Marisquería Vicente, la faccenda si preannuncia questa volta addirittura piú intricata del solito. Ad ogni modo, ho calcolato che se non dormo dovrei rispettare tutti i piani. Compreso quello di abbracciare un tal Dani. O almeno si spera.

Dodici giorni. Dodicesima tappa del mio personale tour. Dovessi seguire uno schema da cabala, di ricette tematiche ne proporrei altrettante . Invece, mi limito a due: una oggi, e una venerdí prossimo, tanto per onorare al meglio la mia attesa. In entrambi i casi, si seguono i piú stretti dettami del cibo pro-festa erasmus. Vale a dire: facile preparazione, consumare freddo, combinazione insolita di sapori a beneficio di stupore degli ospiti. E poi, vista la bella stagione, l'ensalada malagueña direi che ci sta. O no?

Consigliabile come antipasto, se servita in porzioni da mensa universitaria al campus di Teatinos, vi assicuro che puó bastare anche per un pranzo completo. Anche se io ci mangiavo comunque una paella, dietro. In effetti, non riesco a capire come abbia fatto a non ingrassare. Boh.

Comunque...



ENSALADA MALAGUEÑA – INGREDIENTI

Uova
Patate
Arance
Cipolla
Tonno
Olive
Sale grosso
Olio d'oliva
Aceto di vino rosso (in realtá andrebbe usato l'aceto di Jerez, ma vista la difficoltá a reperirlo in Italia va bene anche l'alternativa)


Lessate le patate e cuocete le uova fino a farle diventare sode. Lasciate raffreddare entrambe, tagliatele a pezzettini e mischiatele agli altri ingredienti come per preparare una qualsiasi insalata mista.

NB: Alcune variabili famigliari della ricetta prevedono l'utilizzo del baccalá al posto del tonno e l'aggiunta del peperone verde. Ovviamente quella che ho proposto é solo la versione che piú piace a me, e certo non pretende di essere piú “giusta” dell'altra. Per cui, sentitevi liberi di sperimentare. Qué aproveche!

venerdì 24 febbraio 2012

Venerdí...Tarta de Santiago!

Teletrasportiamoci in Galicia. In fondo potrebbe essere un buon modo di onorare Volotea, neonata compagnia low cost che proprio in quella regione ha una delle sue destinazioni. E' la notizia del giorno, almeno per me. Un buon modo per raggiungere il Nord della Spagna senza pagare cifre astronomiche in trasporti verso aeroporti lontani. Una via più comoda per raggiungere Murcia da Alicante nel prossimo mese di Maggio, pure. Che poi era una ricerca che avrei dovuto fare. Insomma, la Galicia. Terra di Verde. D'Oceano. Di pioggia. Terra di Polpo, come tutti sanno. Ma anche patria di un dessert davvero sublime.

Dopo un eccesso di settimane d'assenza, la rubrica culinaria torna a raddolcirvi con la Tarta de Santiago.


TARTA DE SANTIAGO - Ingredienti per 6 persone.

Per la base:

125g di zucchero semolato
125g di farina bianca
1 uovo
farina bianca per la spianatoia
burro per lo stampo
zucchero a velo per guarnire

Per farcire:
4 uova
250g di zucchero semolato
250g di mandorle macinate
limone
cannella in polvere

Per la base: in un recipiente, sbattete l'uovo con lo zucchero e due cucchiai di acqua calda. Unite la farina un po' per volta, continuando a mescolare finché l'impasto non si staccherà dalle pareti del contenitore.

Stendete l'impasto ottenuto sulla spianatoia leggermente infarinata fino ad ottenere una sfoglia con cui rivestirete uno stampo precedentemente imburrato. Bucherellate il fondo con l'aiuto di una forchetta.

Per il ripieno: sbattete le uova con lo zucchero , uniteci un pizzico di cannella, la scorza grattuggiata del limone e, sempre mescolando, le mandorle macinate. Distribuite il ripieno nello stampo già foderato con la base precedentemente preparata ed infornate a 180 gradi per circa 30 minuti.

Una volta pronta e raffreddata, spolverate la superficie della torta con dello zucchero a velo. Buon appetito!


venerdì 3 febbraio 2012

Venerdí...Gambas al Ajillo (e altre amenitá ventose)

Nelle puntate precedenti (pronunciatelo con voce morbida e suadente; tono grave): una lezione di flamenco come tante. “Ballate con la testa!”, e non intendeva dire che dovessi ragionare. No, no. Proprio la testa, l'involucro cappelluto del cervello. “Muovetela come se aveste un brivido”. E fu così che si udì un crock. Per lo meno, io lo udii. Eccome. Di fatto sono tre giorni, ormai, che  girarmi verso destra é un'impresa titanica. Il lato positivo é che la mia sciarpina in seta mi fa sembrare una persona elegante. Basta poco, della serie. E anche il brivido, poi, l'ho avvertito davvero. Ché, intendiamoci: io non vorrei parlare del tempo come gli inglesi da stereotipo o chi non sa cosa dire. Peró ho sempre pensato che l'apocalissi debba fare lo stesso rumore delle raffiche di bora. Oggetti che svolazzano. Vetri che tremano, e forti deja vú. Non del tutto piacevoli, peraltro, i deja vú. Sostanzialmente, hanno a che vedere con le mie esperienze universitarie triennali. Tipo un attacco di diarrea a casa di estranei. La volta in cui stavo per finire sotto un autobus. La terribile salita di via Tigor. O, ancora (i ricordi, quando partono, non li fermi mica!) le finestre di una vecchia aula che fischiavano soundtrack nel mezzo di un esame. Il riparo improvvisato in un locale oscuro e carissimo che – lo giuro – si chiamava Punto G. Non potete capire le battute sul fatto che, se non si trova, c'é pur sempre la mappa e il navigatore stradale. Piccoli umoristi crescono. Comunque. Restando in tema, spero che stasera non abbiate appuntamenti galanti: la ricetta che propongo, in effetti, non é che sia propriamente a prova di bacio. Peró é buona, accidenti. Pure tanto. Nell'aria siberiana, piazziamoci un po' di mare andalú. Señoras y señores, gambas al ajillo per voi!


INGREDIENTI:

Gamberi sgusciati
Aglio
Sale
Olio d'oliva
Un peperoncino secco
prezzemolo

Metti sul fuoco una padella con abbondante olio d'oliva. Mentre si scalda, taglia 3-4 denti di aglio. Aggiungi l'aglio, i gamberi, il sale, il prezzemolo e il peperoncino in padella e fai cuocere il tutto mescolando di continuo. Quando i gamberi saranno pronti, servili caldi nel loro olio, possibilmente in un recipiente di terracotta. Accompagnali con del pane da intingere nell'olio e...buon appetito!

venerdì 27 gennaio 2012

Venerdí ...in cui brindare: Agua de Valencia per voi!


Un brindisi alla paura, finché rimane tale. Un brindisi ai preparativi del mio weekend fuori porta, flamenco e filoispanico come da copione. Para arriba, para abajo, para el centro y para adentro, come a suo tempo m'insegnarono in Andalucía. Sono qui, incastrata tra notizie di tendenze opposte. Sottofondo di una gatta testarda che cerca in ogni modo di infilarsi sotto al letto. E, per avere un quadro approssimativo della situazione, dovreste sapere che, sotto al mio letto, ce n'é un altro. Di quelli estraibili. Una coperta su di esso adagiata le rende l'accesso , francamente , impossibile. Eppure, niente. Lei continua imperterrita da ormai piú di mezz'ora, arrivando a spostare il tappeto, una sedia e due scarpiere ikea con la sola forza della sua determinazione. Se devo essere sincera, mi spaventa persino. Il terremoto, lei, mi sa che l'ha sentito davvero. E parlo di quello che oggi ha scosso il Nord Italia. Epicentro: la zona in cui studiavo. La terra in cui molti tra i miei amici vivono. Da lí, tutta la mia preoccupazione. All'altra sponda del suo fiume, la prospettiva vicentina dell'inaugurazione di un tablao. Papille gustative che pregustano il Tio Pepe. Nessun danno a cose e persone. Per questo,- Cin Cin!- oggi é il caso di bere.

Il cocktail di cui parlo, chiaramente Made in Spain, da noi lo conoscono in pochi. Si chiama Agua de Valencia, ed ha un sapore cosí buono e fruttato che é impossibile non trangugiarlo di gusto. Da lí, il fatto che l'alcol non tardi a far sentire i suoi effetti. E, come ovvia conseguenza, il mio consiglio di moderazione. Sí, insomma, é tosto. Quindi andateci piano.



Ecco la ricetta.


Agua de Valencia. (Ingredienti per 1 litro)

1 litro di succo di arancia.
1 bicchiere tipo "chupito" di cointreu (ma potete usare anche la vodka, se non volete che sia troppo dolce)
1 bottiglia di spumante o vino bianco simile allo spumante
Zucchero a gusto (anche qui, dipende se volete che il cocktail venga molto dolce o no).

Versate in una caraffa il vino e il cointreu (o la vodka). Aggiungete il succo di arancia. Due o tre cucchiaiate di zucchero. Mescolate bene.

E siete pronti a servire!

venerdì 20 gennaio 2012

Venerdí...Crema Catalana!

La causa era delle più valide. In fondo un viaggio scusa tutto, se la destinazione é soggetto del blog. Peró lo stesso mi spiace, di aver trascurato la rubrica di cucina. Per questo mi faccio perdonare con un dolce. Un punto a capo al retrogusto di cannella, che spezza la monotonia degli ultimi post. Un modo come un altro per esaltare la cittá da cui sono tornata, lasciando alle papille gustative l'arduo compito di voltar pagina. Oggi, ragazzi miei, si parla di crema catalana.



Ingredienti per 4 persone:

1 limone
200 g di zucchero semolato
sale
45 g maizena (amido di mais)
8 tuorli d'uova
1L di latte
1 stecca di cannella
zucchero di canna o zucchero a velo

Grattuggiate la scorza di mezzo limone. Versatela in una terrina assieme ai tuorli d'uovo, un pizzico di sale, la maizena e lo zucchero semolato. Sbattete il tutto con una frusta.
Mettete a scaldare il latte profumandolo con una stecca di cannella che toglierete quando sarà tiepido.

Versate il latte nel composto che avete fatto con le uova e gli altri ingredienti. Amalgamate bene il tutto con l'aiuto di un cucchiaio.

Mettete i
l tutto su fuoco moderato continuando a mescolarlo con un cucchiaio di legno.

Quando il latte bolle, spegnete il fuoco e versate la crema calda nelle tegliette da forno individuali. Lasciate raffreddare COMPLETAMENTE.

Prima di servire, spolverate la crema con lo zucchero di canna (o zucchero a velo) e passate ciascuna teglietta un attimo in forno, utilizzando la funzione grill.Se avete lo strumento per caramellare i dolci....ancora meglio! Anzi, se mai vorreste regalarmelo, sappiate che mi farete un favore: l'unica difficoltá che presenta la ricetta é proprio la caratteristica “bruciatura” superficiale.



venerdì 6 gennaio 2012

Venerdí...Migas!


Le Migas sono un piatto murciano di origine povera. Delizia ancora troppo poco conosciuta a livello internazionale, si è diffusa negli anni in tutto l'entroterra spagnolo, finendo per registrare infinite variabili locali. Esistono, ad esempio, le migas manchegas o le migas aragoneses, altrettanto squisite. Perché non dirlo? Sono anche tra i piatti più economici in qualunque menù. Vi svelo un piccolo segreto: la prima volta che mi ci sono cimentata in cucina, non avevo ancora avuto modo di assaggiare le originali. Eppure, la mia personale versione m'é piaciuta addirittura di più di quelle (pur buonissime) assaggiate in seguito su territorio spagnolo. Perciò, beh: io non lo so, se la mia ricetta sia effettivamente quella tradizionale, né se la procedura di preparazione sia effettivamente tra le più canoniche. Però, che volete che vi dica? Il risultato mi piace. E spero piacerà anche a voi. 

Ingredienti:

Aglio 
Peperoni verdi o rossi
Sale
Pancetta tagliata a dadini
Pane raffermo (o, in alternativa, farina setacciata) 
Acqua
Olio d'oliva


Lascia il pane raffermo in ammollo in acqua per circa 10 minuti. Nel frattempo, in una padella soffriggi gli spicchi d'aglio, la pancetta tagliata a dadini e i peperoni tagliati a listelle. Metti il tutto da parte. Aggiungi un po' d'olio in padella, prendi il pane  precedentemente lasciato in ammollo e versalo in padella. Cucinalo finché non diventa dorato e assume la consistenza di briciole più o meno grandi, mescolando continuamente perché non si attacchi. Una volta raggiunta la doratura, basterà aggiungerci l'aglio, la pancetta e i peperoni precedentemente soffritti. Voilà. Le vostre migas saranno pronte. 

NB: In alternativa, le Migas si possono preparare anche utilizzando la farina setacciata al posto del pane raffermo (in effetti, quelle che vedete in foto sono state preparate proprio con la farina). Basta mescolarla con acqua e un pizzico di sale fino a che non diventi una sorta di pasta. A questo punto, basta versarla in padella e seguire il medesimo procedimento. 


venerdì 23 dicembre 2011

Venerdí...Churros!


Churros. Accompagnati da una tazza di cioccolata fumante, incarnano una tra le più tipiche tra le colazioni spagnole. I più famosi sono probabilmente quelli della storica chocolatería San Ginés, in pieno centro di Madrid, ma potete trovarli con facilitá in pressoché qualunque punto della penisola iberica. A me ricordano colazioni in comitiva la mattina dopo un concerto, o il baretto sotto casa del mio periodo malagueño  in un momento di relax dopo l'intensa sessione di shopping pomeridiano.
 Leggi altrimenti: “sigh, nostalgia” (ché, tra l'altro, la foto a corredo del post é stata scattata proprio in quel contesto). Sconsigliatissimi in seguito agli eccessi alcolici del Carnevale di Cadiz (specie se, davanti a te, ti si prospettano svariate ore di pullman sobbalzante), sono tuttavia soliti mettere il punto e a capo ai festeggiamenti iberici per l'anno nuovo. Ed é anche per questo che, guardando il calendario, oggi la mia rubrica culinaria la dedico a loro.


CHURROS

Ingredienti per 4 persone:

500 gr. di farina bianca
sale
olio d'oliva

Tempo di realizzazione: 20 minuti
Tempo di cottura: 15 minuti

In una pentola capace portare a ebollizione un litro d'acqua leggermente salata. Versarvi, poco per volta, la farina setacciata, mescolando vigorosamente con una frusta, fino a ottenere una pasta morbida ed elastica. Lasciar intiepidire.

Far scaldare abbondante olio nella padella dei fritti (in alternativa, potete anche utilizzare direttamente la friggitrice). Raccogliere l'impasto in una tasca da pasticcere con bocchetta grande spizzata; far scendere la pasta direttamente nell'olio in bastoncini della lunghezza di circa 10 cm. Quando saranno dorati, sgocciolarli e farli asciugare su carta assorbente da cucina.

Potete servirli sia caldi che freddi. Se non li accompagnate con la classica tazza di cioccolato, sono molto buoni anche cosparsi di zucchero a velo.