martedì 14 febbraio 2012

I videoclip di Leiva e la provocazione (Atto II)

Stavo elogiando un po' ovunque il debutto solista dell'anima dei Pereza. O, almeno, quei due pezzi che – assieme al resto del mondo – ho avuto fino ad oggi il piacere di ascoltare. Qui, su Total Free Magazine ,in ogni riga scritta sulle reti sociali trasudavo entusiasmo ed impaziente attesa: ché il disco di Leiva esce il 21 del mese, e credo proprio che lo comprerò.

Poi, nel giorno di San Valentino, arriva il videoclip ufficiale di Eme. E tutti, d'improvviso, prendono a parlare di cattivo gusto. Di scene di sesso orale che rubano in immagine tutto il romanticismo alla canzone. Allora penso: “Oh, no! Ci è ricascato!”, e con un moto di stizza mi ritorna in mente il fatto di Margot.

Per questo credevo che oggi avrei interrotto il mio idillio con un copia-incolla di quel vecchio post. Mi immaginavo lì, con un'altra canzone drammaticamente rovinata, a riflettere sui meccanismi della promozione. Ché- non facciamo i finti tonti- la provocazione, in questo senso, è sempre stata regina. Eppure non dovrebbe essere fine a sé stessa, mai. Un videoclip dovrebbe far conoscere una canzone; far parlare di lei, certo, ma senza prevalicarla. Senza fuggire dal suo testo e dalla sua atmosfera, mai.

Oggi, basandomi sul sentito dire, ero convinta che avrei scritto un altro post indignato. Invece, ho premuto play.





Il videoclip mi piace, questo è. Anche molto. Non è come Margot, per niente. Qui c'è una storia, che accompagna le parole. C'é il tocco creativo nell'uso dei burattini. Ci sono i toni cupi che rivestono l'estetica del disco. E la canzone, no...non esce intaccata.

Forse, peró, é proprio per questo che il sesso orale stona. Perché senza di esso , il video reggerebbe comunque. E' stato messo lì per far parlare, ovvio. Perché altrimenti Rolling Stone non ci avrebbe mai dedicato un articolo. D'altronde, non é che per capirlo ci volesse un genio. Quello che mi chiedo , tuttavia, è: era necessario? VERAMENTE? Voglio dire: non fa già abbastanza parlare di sé il fatto che la voce e il compositore di una band storica lanci il suo primo lavoro solista? Non é giá travolgente l'accoglienza che sta ricevendo il singolo in tutti i grandi networks spagnoli? Soprattutto, non dovrebbe far parlare, piú che altro, la rotonda bellezza della canzone?

Ai posteri l'ardua sententia. Per quanto mi riguarda, apprezzando il clip di Eme, credo di preferirgli in fondo il video virale di Nunca Nadie. Con tutto il rispetto per le provocazioni di Titán Pozo, l'eleganza semplice del regista argentino Nahuel Lerena mi ha giá conquistata da un bel po'. Forse dipende dal fatto che io la bellezza l'ho sempre, e in ogni momento, trovata dentro alla semplicitá. 









2 commenti:

  1. anch'io son per la semplicità...per il lascir parlare le canzoni (difatti tra radio e tv...io da sempre preferisco la prima)...ma il mondo è purtroppo dell'immagine...della provocazione,purtroppo....pensa a Lady Gaga...senza visibilità o provocazione,non esisterebbe!...e ancor più mi fà rabbia che si usino questi stratagemmi,quando il prodotto c'è...come in Leiva!
    besitos
    kit

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  2. Sí, ma soprattutto quando, oltre al fatto che il prodotto (come dici tu) ci sia, ci sarebbe pure un bel video. Ma tant'é...

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